gli iscritti alla mailing list possono visualizzare i verbali delle riunioni mensili accedendo a questo link e digitando la parola “verbale” nella casella di ricerca in alto.
Verbale riunione venerdì 19 febbraio 2016
La riunione inizia alle 17.30 con alcune comunicazioni importanti:
- Sulla questione Biomasse di Paese (TV), Gianfranco Milanesi riferisce dell’assemblea del 22 gennaio, convocata dalla ditta Cortus che ha presentato in regione il progetto di un Piro-gassificatore per “bruciare 20mila tonn.di tralci di vite, migliorando la qualità dell’aria”.
Sui dati e le reazioni dei cittadini, sindaco e altri 7 comuni vicini, trovate l’articolo su Tera e Aqua di febbraio 2016 , questo è il link:
http://www.ecoistituto-italia.org/cms-4/files/tea87%20(2).pdf
Gianfranco ha inoltre parlato dell’assemblea del 5 febbraio, organizzata da PaeseAmbiente, in cui, di fronte ad una sala piena ed attenta, e essendo state raccolte già oltre 9000 firme, Andrea Zanoni ha esplicitato tutte le ragioni di contrarietà al progetto, che costerebbe la bellezza di 13,5 milioni di euro, produrrebbe 4 MW di energia elettrica e 17 MW di calore, ma definito “sperimentale”. La ditta promette (se la “sperimentazione funziona”) di fare altri due o tre impianti simili in altri comuni del circondario, ma ha già presentato in Regione un progetto uguale anche per il comune di Gaiarine (TV), dove la popolazione, non informata dal Comune ma dall’associazione AmicaTerra, è ugualmente contraria, ma il Comune è favorevole.
- Il gruppo di lavoro comincia anche ad affrontare la questione di come trattare i tralci di vite, in modo da provocare il minimo danno possibile. Arrivando a queste prime conclusioni: Primo:qualsiasi combustione di biomassa provoca diossina, quindi è assolutamente da preferire la triturazione dei tralci e il loro compostaggio. Secondo: l’ottimo è non trattare le viti (e tutte le piante da frutta) con veleni/pesticidi, in modo da non metterli in circolo attraverso i cibi, le emissioni o anche il compost.
Il tema di come coltivare senza veleni è trattato in una conferenza dal titolo” EM Ritorno alle origini. Agricoltura e apicoltura sostenibili con i Micro-organismi Effettivi“ che l’associazione Arianova di Pederobba organizza sabato 5 marzo alle 15 nella sala riunioni comunale, in piazza Case Rosse a Onigo di Pederobba.
- Il 13 febbraio 2016, poi, il Consiglio regionale approva all’unanimità (45 su 45 presenti) un odg presentato da Finco e Barbisan (Leganord), Rizzotto (Zaia presid.) e Zanoni (PD) che, ricordato l’inquinamento dell’aria della pianura padana, impegna la Giunta reg. a modificare la legge urbanistica perché “siano i comuni ad indicare le aree dove potranno o no essere installati i pirogassificatori”. E’ un primo passo concreto per bloccare in via definitiva i progetti di Paese, Gaiarine e non solo.
- Poi si riprende il tema Inceneritore di Schio (discusso a fondo nella riunione del 15 gennaio): sono state organizzate, come proposto, due incontri pubblici;
– il primo, è di tipo più scientifico, “Che aria tira?”, sull’impatto sanitario e ambientale dell’incenerimento rifiuti e non solo: si tiene mercoledì 6 aprile alle 20.30 a Schio, in una sala centrale (probabilmente, se libera, Palazzo comunale Toaldi Capra, in via Pasubio 52), con relatore principale Gianni Tamino e il contributo di altri, tra cui Michele Boato (e, probabilmente, la biologa Laura Rossi e i medici Vincenzo Cordiano e Titta Fazio,tutt* dell’Isde).
– Il secondo incontro, di tipo più politico, probabilmente anche col nuovo sindaco di Schio ed il nuovo presidente dell’Azienda dei rifiuti AVA, è previsto per la fine di aprile.
- Gianni Tamino relazione della situazione del Cementificio Zillo che ha sede a Fanna (in prov.di Pordenone), dove è stato relatore in una grande assemblea tenutasi ieri, 18 febbraio.
Cementizillo ha chiuso uno dei suoi cementifici a Monselice, ma contemporaneamente potenzia quello di Fanna, bruciando anche rifiuti e mescolando le scorie di combustione nel cemento.
A Fanna si sono trovate tracce di diossina nei polli e nelle uova delle fattorie della zona, che assorbono l’inquinamento del cementificio, di un impianto trattamento rifiuti speciali, una fabbrica di alluminio, un’acciaieria e altre aziende che, nel complesso, emettono tanto quanto l cementificio.
(che emette circa mezzo grammo di diossina l’anno).
Sulla presenza di diossina nel latte materno attorno all’inceneritore di Forlì è stata fatta una ricerca coordinata dalla dott. Patrizia Gentilini, che stiamo inserendo nel sito. Gianni Tamino riassume che, su 51 campioni di latte esaminati, più della metà era oltre i limiti di legge.
Marco Rampon segnala che il Comune di Schio si è impegnato a fare una ricerca sugli effetti sanitari delle emissioni dell’inceneritore.
- Michele Boato relazione sulla definitiva cancellazione dell’inceneritore-luna park di Verona Cà del Bue. Ne mancano solo due da chiudere…
Alle 18 si affronta il tema principale della riunione:
Paolo Zanovello illustra una bozza di lettera aperta per proporre alla ASL che si faccia una seria ricerca sul numero di persone affette da tumori nell’area circostante all’inceneritore di Padova, come è stato fatto a Taranto relativamente alle emissioni dell’Ilva.
Quello di Padova è’ un inceneritore figlio delle giunte comunali Pd (soprattutto Zanonato), come quello di Schio (soprattutto Berlato Sella).
Nel sito www.forumrifiutizeroveneto.it si trovano vari materiali sull’inceneritore, ricercando, per es., “inceneritore Padova”.
Ecco parte di una scheda datata 19.11.2015:
L’inceneritore ha sede nella zona industriale di San Lazzaro in viale della Navigazione Interna, è proprietà del gruppo Acegas ApsAmga, società di Hera Spa, multiutiliy bolognese che opera nei settori ambiente, energia e acqua.
L’inceneritore brucia rifiuti urbani, speciali non pericolosi e sanitari.
La prima linea va in funzione nel 1962. La potenzialità iniziale del forno era di 110-120 t/giorno, raddoppia con la costruzione di una seconda linea a fine anni 60.
Nel 1998 l’Ente di Bacino Pd 2 dà l’incarico all’Azienda Municipalizzata del Comune, AMNIUP, di predisporre il progetto per realizzare una terza linea.
Nel novembre 2003 la Regione approva il progetto definitivo. A marzo del 2007 iniziano i lavori con la ditta Termokimik di Milano, contestualmente ai lavori delle modifiche delle linee 1 e 2.
Nel 2008 è presentato alla Regione lo Studio di Impatto Ambientale. Nel settembre 2009 è sottoscritta una convenzione col comune di Padova per realizzare alcuni interventi mitigativo-compensativi (viabilità viale Navigazione Interna, ponte ciclabile S. Gregorio, piste ciclabili Piovego, passerella ciclopedonale argine sinistro Piovego).
Nel dicembre 2009 la Regione dà il parere favorevole di compatibilità ambientale (VIA-Valutazione Impatto Ambientale) e l’Autorizzazione Integrata Ambientale provvisoria (AIA).
A fine aprile 2010 è ultimata la realizzazione della linea 3 con capacità di smaltimento di 300 tonnellate al giorno di rifiuti, a maggio inizia il conferimento dei rifiuti. Attualmente l’inceneritore brucia circa 520 tonnellate al giorno di rifiuti, circa 150mila l’anno, più del doppio di Schio.
In un’epoca in cui la produzione di rifiuti è in calo e la raccolta differenziata in aumento, incenerire è un enorme e assurdo spreco che ci costringe a cercare sul mercato i rifiuti da incenerire. E’ l’effetto di un mercato dell’energia drogato dai contributi pubblici ad “energie assimilate alle rinnovabili”, che rinnovabili assolutamente non sono.
Gianni Tamino: oltre all’imbroglio e ai costi economici, la questione principale è la nostra salute: le polveri sottili che assediano la pianura Padana (una delle tre zone più inquinate del pianeta, con un’area della Cina e la Ruhr tedesca), trasportano, oltre ai metalli pesanti e ad altri cancerogeni, le diossine e i PCB emessi da ogni tipo di combustione: così, per es., aumentano le malformazioni nei bambini e i tumori di tutte le età.
L’inquinamento ha molte cause: per affrontarlo occorre partire dalle maggiori, eliminando per prime le fonti meno “necessarie”, come, appunto l’incenerimento dei rifiuti, che ha nella riduzione, nel riuso e nel riciclo una alternativa efficace, meno costosa e prioritaria secondo le leggi italiane ed europee.
Michele Boato: la ricerca sui “codici 48” (persone affette da tumori”) va gestita con attenzione, preferibilmente attraverso i medici di base, come ha fatto la dott. Costani a Mantova, in modo da definire le zone di residenza delle persone, e la loro maggiore o minore distanza dall’inceneritore. Sarebbe molto utile un appoggio da parte dell’Ordine dei Medici, perché dal Comune non possiamo aspettarci molto.
La prossima riunione, che tratterà in particolare, della questione cementifici, è fissata per VENERDI’ 18 MARZO ore 17.30 a Padova,
sempre presso la sede dei Comunisti italiani, in via Frà Eremitano 24
(uscendo dalla stazione, 300 m a destra, passando sotto il cavalcavia dell’Arcella).
Stiamo inserendo nel sito anche un primo elenco di esperti nei vari settori di lavoro, disponibili a dare notizie e consigli in tempi ragionevoli, e i link a siti sufficientemente aggiornati e seri.
Verbale a cura di Michele Boato
Verbale riunione venerdì 15 gennaio 2016
Sono presenti
Laura Rossi medico Isde AVR Schio VI, Marco Rampin No Inc.AVR Schio VI,
Titta Fazio medico Isde No rigassificatore Cilsa Arzignano VI,
Michele Boato Ecoistituto VE, Giancarlo Chinellato M5S VE,
Gianfranco Milanesi, Libera S.Biagio TV,
Paolo Zanovello No Inc PD, Claudio Bedin, No Inc.PD, Leonardo Nolfo Com.It. PD,
Spartaco Vitiello Comitati 30nov PD, Paolo Dal Pra Montagnana PD.
- La riunione inizia sulla questione Biomasse, data l’urgenza del caso Paese (TV); spostando al secondo punto Inceneritore di Schio (e di Padova):
Gianfranco Milanesi riferisce i contatti presi con il Comitato di Paese che ha già raccolto oltre 5mila firme contro il Piro-gassificatore che La ditta Cortus Energy vuole installare là, per “bruciare i tralci di vite”. Il consiglio Comunale ha votato all’unanimità un parere nettamente contrario, ma il sindaco ha dichiarato, incredibilmente, alla stampa che “quelle firme non hanno alcun valore”. Gianfranco ha inoltre parlato, questa mattina, con un tecnico del Comune, che ha definito “sperimentale”(!) un progetto che costerebbe la bellezza di 13,5 milioni di euro, produrrebbe 4 MW di energia elettrica e 17 MW di calore. Zaia risulta appoggiare il progetto. La ditta promette, se la “sperimentazione” funziona” di fare altri due o tre impianti simili in altri comuni del circondario.
Venerdì 22.1 la ditta ha convocato a Paese un incontro pubblico per presentare alla popolazione l’impianto. Un componente del Comitato gli ha detto che non avrebbero intenzione di partecipare attivamente all’incontro, invitando invece la popolazione a una riunione pubblica, già indetta dal Comitato, per venerdì 5 febbraio. Chiede di contattare Zanoni (cons.reg.del PD e leader dell’associazione Paese Ambiente, che co-promuove il Comitato) e anche altri cons.regionali contrari all’impianto.
Michele Boato prende l’impegno di telefonare l’indomani a Zanoni, per capire se risulta vero questannon resenza alla riunione del 22; un disinteresse che molti dei presenti (date precedenti esperienze simili) riterrebbero pericoloso: non dobbiamo dare alla ditta la possibilità di raccontare favole a persone, più o meno sprovvedute, che partecipano a queste presentazioni.
Propone inoltre che numerosi cons. regionali (partendo da Zanoni e Brusco del M5S, ma cercando di coinvolgere anche consiglieri di maggioranza) presentino e facciano votare una mozione sull’impianto di Paese e una più ampia sulla politica regionale relativa a Biomasse ed energie rinnovabili, in modo da uscire dall’equivoco che è al centro della proposta di Piano energetico regionale presentato dall’assessore Giorgetti nella scorsa legislatura, mai approvato dal Consiglio regionale.
Raggiunto al telefono, l’indomani, Andrea Zanoni precisa che, invece, venerdì 22 intendono partecipare e fare domande incalzanti. Anzi Zanoni invita tutte le persone disponibili, anche da fuori Paese, a partecipare anche per smentire eventuali bugie raccontate dai tecnici della ditta.
(l’indomani, Daniela Pastega di AriaNova di Pederobba ha confermato la sua presenza per il 22).
Andrea informa che l’impianto, risultando di potenzialità totale (4+17 MW) inferiore a 25 MW, non è soggetto a VIA né statale né regionale. Il progetto presentato è ora all’esame della Comm.Tecn. Reg. Ambiente (ing. Benassi) e l’assessore reg. all’ambiente Bottacin, rispondendo ad una recente interrogazione di Zanoni, ha dichiarato di tenerlo d’occhio, anche per la presenza di altri impianti che bruciano biomasse nei dintorni.
Titta Fazio ipotizza che l’impianto proposto a Paese sia dello stesso tipo di quello che stanno bloccando da anni ad Arzignano, anche quello proveniente dalla Scandinavia: una camera di combustione ad alta temperatura in assenza (o quasi) di ossigeno (pirolisi), vetrificazione di scorie (che comunque vanno in discarica), fuoriuscita di almeno un 5% di polveri e nano-polveri (che non possono in alcun modo essere filtrate), col bilancio economico in attivo grazie ai “certificati verdi” per le energie rinnovabili (!). Avrebbe dovuto bruciare fanghi di depurazione di concerie, ma la prova fatta a Bergen (Norvegia) ha dato esiti assolutamente negativi.
Poi lo stesso tipo di impianto è stato riproposto a Torri di Quartesolo (VI) per bruciare la pollina (deiezioni dei polli in batteria); anche questo bloccato.
Poi ancora a Piazzola sul Brenta (PD) e a Cassola(VI), dove, tre anni fa, lo abbiamo bloccato a furor di popolo (consulenza tecnica gratuita di Ecoistituto), nonostante l’appoggio spudorato che aveva avuto dalla Sindaca (poi battuta da una lista civica anti-incenerimento) e dalla Regione che lo stava approvando come “impianto di riciclo”…
Titta sottolinea che un investimento di quasi 14 milioni non è assolutamente “sperimentale” e che, una volta riusciti a piazzare un primo impianto, poi la cosa crescerebbe “a stadi”, sempre nello stesso sito, a Paese.
Che brucino “tralci di vite” può anche essere vero ma:
– è vietato bruciare materiali intrisi di veleni chimici (e i tralci di vite non bio lo sono);
– le quantità locali sono tali che, in un impianto come questo, si esaurirebbero in qualche giorno: per il resto dell’anno cosa brucerebbe?
Spartaco Vitiello aggiunge, ai motivi di contrarietà, il fatto che i terreni hanno bisogno di arricchimento di materia organica, il che diventa impossibile se questa viene bruciata.
- Laura Rossi e Marco Rampon illustrano la situazione dell’inceneritore di Schio-Cà Capretta:
E’ un inceneritore figlio delle giunte comunali Pd (soprattutto Berlato Sella), come quello di Padova (soprattutto Zanonato). Le tre linee bruciavano:
– la prima (nata nel 1983) 36 tonn/giorno;
– la seconda (1993) 90 tonn/g;
– la terza (2003) 100 tonn/g; per un totale (fermi di manutenzione compresi) di circa 200 tonn/g.
Le tre linee smaltivano, insomma, 72.000 tonn/anno di rifiuti, di cui meno di un terzo provenienti dal bacino locale. Col raddoppio della prima linea, la potenzialità di incenerimento è aumentata a 91.000 tonn/anno, nonostante la continua diminuzione di produzione dei rifiuti.
E’ un enorme e assurdo investimento: 14 milioni per il raddoppio della linea e altri 5 milioni per il teleriscaldamento del nuovo ospedale di Santorso, oggetto di un costosissimo project–financing dai contorni ancora opachi, sorto, a 500 metri dall’inceneritore, nonostante la contrarietà della maggior parte dei cittadini in una zona in cui vi erano già due ospedali attivi, di Schio e di Thiene a pochi chilometri l’uno dall’altro, oggetto di indagini da parte della Guardia di Finanza. Fortemente voluto dalla giunta Galan con Lia Sartori, che scelse di spendere 143 milioni per costruirlo invece di ristrutturare i poli di Schio e Thiene (spesa prevista: 63 milioni). I nomi sono sempre gli stessi : Mantovani, Gemmo, studio Altieri.
L’idea “geniale” è riscaldare il nuovo ospedale con l’energia ricavata dall’incenerimento dei rifiuti, costringendoci così a bruciare sempre di più , anche a costo di andare a cercare sul mercato i rifiuti da incenerire in un momento in cui la produzione di rifiuti è in calo e la raccolta differenziata in aumento. Ma questo è l’effetto di un mercato dell’energia drogato dai contributi pubblici ad energie rinnovabili che rinnovabili non sono.
L’impegno dichiarato dalle giunte precedenti era, una volta messo in funzione il raddoppio della prima linea, era di spegnere la seconda, invece ciò non è avvenuto, anzi all’interno di AVA (Alto Vicentino Ambiente), società partecipata che gestisce raccolte e incenerimento, si parla da tempo di raddoppiare anche la seconda linea alla scadenza dei 25 anni di vita, nel 2018.
La novità è, però, che il nuovo sindaco (civico) Valter Orsi e la nuova maggioranza sono contrari a ulteriori potenziamenti delle seconda e terza linea dell’inceneritore, che (nel loro programma elettorale, per cui sono stato eletti battendo il favoritissimo candidato del PD) vanno dismesse nei prossimi anni.
La seconda novità è che, col rinnovo del Cons.d’Amm di AVA, pur essendo stata bocciata la proposta, fatta dal Comune di Schio, di nominare presidente Ezio Orzes (attuale assessore all’ambiente del Comune di Ponte nelle Alpi che fa oltre l’85% di raccolta porta a porta), è stato nominato Presidente Carlo Lovato, da sempre contrario ad ampliamenti dell’inceneritore e co-autore di un progetto industriale di recupero del materiale alternativo al recupero energetico per incenerimento. La raccolta differenziata di Schio, ora formalmente è al 65%, ma il multi-materiale è così “sporco”, che per la metà circa viene respinto dal Conai e va all’inceneritore.
I comitati di 9 comuni, col M5S e la lista civica di Orsi stanno raccogliendo migliaia di firme su una petizione che chiede:
– chiarezza sui dati delle emissioni e della salute delle popolazioni,
– l’entrata di Schio nel Registro Tumori,
– la progressiva chiusura delle tre linee dell’inceneritore.
Nel Comune di Marano (dove, tra l’altro, ricadono gran parte dei fumi dell’inceneritore) ha vinto le elezioni una Lista civica anti-inceneritore e lì la raccolta porta a porta è quasi all’80%.
Ma Schio e Marano sono isolati dagli altri comuni dell’Alto Vicentino che sono governati da giunte Pd o Lega che spingono per il potenziamento dell’inceneritore. In particolare l’altro grande comune, Thiene, che in precedenza aveva una giunta critica e dove, da poco, governa un Pd inceneritorista.
Ora c’è anche la spinta a fondere le tre società AVA, AIM (Vicenza) e ETRA (Bassano), in modo da mettere Schio ancora più in minoranza, decidere a Vicenza cosa fare dell’inceneritore di Schio.
Michele Boato, alla domanda “come sostenere la nuova amministrazione di Schio e la graduale dismissione dell’inceneritore?”, risponde proponendo:
– un incontro di tipo scientifico, da fare preferibilmente a marzo sia a Schio che a Thiene (o Vicenza), sui problemi di salute derivanti da tutti i tipi di incenerimento, a cui far intervenire sia medici che chimici/biologi/ingegneri, veneti e non;
– un secondo incontro di tipo politico, sulle scelte da fare per affrontare inquinamenti e malattie collegate, a cui far partecipare sia consiglieri comunali che regionali che parlamentari veneti di vari partiti e schieramenti; proponendo loro, prima, di prendere posizione su precisi impegni proposti dai Comitati e Associazioni che li invitano. Incontro, da fare preferibilmente in aprile, oltre che a Schio anche a Padova, in modo da (ri)aprire il tema inceneritore anche in questa città, sede del più grande e inquinante inceneritore del Veneto ( e Nordest).
A proposito di Padova, Paolo Zanovello ha proposto che se ne discuta nella prossima riunione,
alla quale, inoltre, Giancarlo Cecchinato porterà i dati dell’esperienza di riuso degli imballaggi “Nonsonorifiuti” al mercato di Roma.
La prossima riunione è fissata per venerdì 19 febbraio 2016 ore 17 a Padova,
sempre presso la sede dei Comunisti italiani, in via Frà Eremitano 24
Verbale riunione venerdì 11 dicembre 2015
Sono presenti Michele Boato, Ecoistituto VE, Giancarlo Chinellato, M5S VE, Gianfranco Milanesi, Libera S.Biagio TV, Claudio Bedin, No Inc.PD, Dario Marin,i Com.It PD, Spartaco Vitiello, comitati 30nov PD
Gianfranco Milanesi propone, per lavorare meglio ed essere operativi, di abbozzare una prima divisione di compiti tra i partecipanti al gruppo di lavoro
Michele Boato propone che:
Spartaco Vitiello si occupi del sito,
Gianfranco Milanesi sia il referente per le Biomasse,
Michele Boato per gli inceneritori,
Giancarlo Chinellato per la riduzione dei rifiuti
e altre due persone (da definire) una per le raccolte differenziate
e una per il settore riciclo dei materiali.
Spartaco Vitiello accetta la proposta e precisa che:
1. il sito www.forumrifiutizeroveneto.it non deve servire né per dare appuntamenti di iniziative né per farci dei dibattiti (forum) ma esclusivamente come Archivio telematico dei problemi aperti, con facilità di accesso, per chiunque, ai documenti archiviati.
2. a tale scopo, per ogni testo o video archiviato, serve una descrizione di:
– autore/i (esperti, associazioni, enti ecc.)
– data e luogo di produzione
– parole chiave sugli argomenti trattati
Tutt* siamo invitati a visitare e ad arricchire il sito, spedendo i materiali alla sua mail: spartacovitiello@gmail.com
Gianfranco Milanesi condivide la proposta.
Quanto alle biomasse, fornisce un lunghissimo elenco di impianti presenti e in progetto nel Veneto,
che viene inserito nel sito.
Si discute velocemente dei (pochissimi) casi in cui le biomasse possono essere accettate:
a. se trattano solo scarti non trattati chimicamente di lavorazioni del legno
b. se sono materiali locali e non importati
c. se stanno a debita distanza dalle abitazioni e vengono controllate in continuo le emissioni
Circa i metodi di raccolta differenziata, Gianfranco ricorda che va studiata l’esperienza dell’Alpago, che raggiunge circa l’82% attraverso i cassonetti (e non il porta a porta).
Anche Gianfranco Chinellato condivide la proposta di divisione dei compiti
Michele Boato invita Spartaco (con Martina Camarda) a creare la mailing list del Gruppo di lavoro.
Propone di inserire nel sito un primo elenco di esperti nei vari settori di lavoro, che siano disponibili a dare notizie, consigli ecc. in tempi ragionevoli, e i link con siti utili allo scopo, che riteniamo sufficientemente aggiornati e seri.
La prossima riunione è fissata per venerdì 15 gennaio 2016 ore 17 a Padova, sempre presso la sede dei Comunisti italiani,
Dovremmo discutere, con Laura Rossi e Lanfranco Santacaterina, principalmente di come sostenere l’iniziativa dei Comitati di Schio, per far chiudere almeno la seconda e terza linea dell’inceneritore.
Teniamoci informati anche attraverso il sito www.forumrifiutizeroveneto.it.
Verbale a cura di Michele Boato
CAUSA SCIOPERO DEI TRENI, LA RIUNIONE prevista per venerdì 27.11 E’ RINVIATA A VENERDI’ 11 DICEMBRE ORE 17 a PADOVA
Verbale riunione venerdì 6 novembre,
sono presenti Michele Boato Ecoistituto VE, Giancarlo Chinellato M5S VE, Gianfranco Milanesi Libera S.Biagio TV, Claudio Bedin No Inc.PD, Stefano Tamiozzo Com.It PD, Spartaco Vitiello comi.30nov PD, Leonardo Nolfo Com.It PD, Laura Rossi Isde Avr.Schio VI, Lanfranco Santacaterina Schio VI.
Claudi Bedin sintetizza i pochi dati disponibili sull’inquinamento dell’inceneritore di Padova (le cui tre linee bruciano circa 170mila tonn/anno) e i possibili danni, soprattutto sui bambini;
la sua relazione e i documenti di riferimento (come tutte le altre che seguono) sono pubblicati nel sito www.forumrifiutizeroveneto.it allestito da Spartaco Vitiello (di Padova), che tutt* siamo invitati a visitare e ad arricchire, spedendo i materiali alla sua mail: spartacovitiello@gmail.com
Laura Rossi e Lanfranco Santacaterina di Schio ha sintetizzato la situazione del locale inceneritore di Ca’ Capretta (le tre linee bruciano circa 90mila tonn/anno): la prima linea sta per essere potenziata da 30mila a 100mila tonn/anno. E’ un inceneritore figlio delle giunte comunali PD, come quello di Padova; però il nuovo sindaco (civico) Valter Orsi è contrario a ulteriori potenziamenti delle seconda e terza linea dell’inceneritore (che vanno dismesse nei prossimi anni),così come il nuovo Presidente della soc. che lo gestisce, Ava. La raccolta differenziata di Schio, formalmente è al 65%, ma il multi-materiale è così “sporco”, che per la metà circa viene respinto dal Conai e va all’inceneritore. I comitati di 9 comuni, col M5S e la lista civica di Orsi hanno raccolto migliaia di firme su una petizione che chiede:
– chiarezza sui dati delle emissioni e della salute delle popolazioni,
– l’entrata di Schio nel Registro Tumori,
– la progressiva chiusura delle tre linee dell’inceneritore.
Segue relazione nel sito.
Stefano Tamiozzo di Padova, aggiunge dati sull’inquinamento da PM10 dell’inceneritore di Padova-S.Lazzaro che vengono sintetizzati nel sito.
Michele Boato di Mestre-Ve, presenta i dati della produzione di rifiuti pro capite e della loro raccolta differenziata nelle città di Padova, Verona e Venezia, sedi di inceneritori (a Verona per ora fermo e a Venezia sostituito dall’incenerimento dei rifiuti secchi, CDR-CSS, nella centrale Enel) che dimostra come questi siano i comuni peggiori del Veneto, con circa 600 Kg/anno di produzione, contro una media veneta di 455 e una Racc.Differenziata sotto il 50%, contro una media veneta del 65%,ma che tocca l’80% in oltre cento comuni (tabella inserita nel sito).
Giancarlo Chinellato di Mestre-Ve presenta un’analisi delle tariffe sui rifiuti, mettendo in evidenza la possibilità (data dal decreto legislativo 152/2006 art.224.7) di ridurre drasticamente la tassa se si dimostra che non si producono rifiuti (per es. nei bar e alimentari che vedono liquidi alla spina e solidi sfusi); inoltre verranno pubblicate sul sito una serie di analisi dei costi che dimostrano come la raccolta porta a porta spinta costa molto meno ai cittadini che non l’incenerimento.
Prossima riunione venerdì 27 novembre ore 17 a Padova sempre presso la sede dei Comunisti italiani, in via Frà Eremitano 24 (uscendo dalla stazione, 300 m a destra, passando sotto il cavalcavia dell’Arcella).
Teniamoci informati anche attraverso il sito. Verbale a cura di Michele Boato
Verbale venerdì 16 ottobre 2015
Passate le elezioni regionali del 2015, continuano le attività dei Comitati e delle associazioni ambientaliste del Veneto, aperte a tutt* coloro che hanno a cuore la salute e l’ambiente, in particolare nel Veneto:
– a luglio si è creato un primo Gruppo di lavoro regionale sulla Mobilità intelligente, che ora sta elaborando proposte di “ciclo-vie” di collegamento tra città venete (a partire da Mestre, Treviso e Padova);
– a settembre si è riunito un gruppo di Comitati che ha incontrato vari capogruppo e cons.regionali, per premere sui Referendum contro le trivellazioni: il 30 settembre, 10 regioni, tra cui il Veneto, li hanno presentati in Cassazione a Roma e, salvo improbabili intoppi con la C.Costituzionale, a primavera si voterà, quindi sarà necessario un grande impegno informativo;
Venerdì 16 ottobre 2015, si è costituito (con sede d’appoggio presso i Comunisti italiani, in via frà G.Eremitano 24, a 200 m dalla stazione di Padova) il Gruppo di lavoro sui Rifiuti del Veneto, per la loro riduzione/riuso/restauro, il riciclo totale e contro ogni tipo di combustione, sia negli inceneritori di Padova e Schio, che in “nuovi” come il ri-facendo Cà del Bue a Verona, che nei cementifici di Pederobba, Monselice, Ponte nelle Alpi e Fumane, che nelle centrali termoelettriche grandi (Fusina) o più piccole (“a biomasse”).
Sono presenti:
Michele Boato – Ecoistituto del Veneto – Mestre
Paolo Zanovello – No inceneritore di Padova
Spartaco Vitiello – video maker – rete dei Comitati “30 novembre” – Padova
Nicola Longo – Gruppo di lavoro prov. di Padova sui rifiuti – M5Stelle – Cadoneghe (Padova)
Stefano Tamiozzo – P.Comunista d’Italia Padova
Gianfranco Milanesi – S.Biagio di Callalta (Treviso)
Giancarlo Cecchinato – Gruppo ambiente – M5Stelle Venezia
Claudio Bedin – No inceneritore di Padova
Leonardo Nolfo – P.Comunista d’Italia – Padova
Hanno avuto problemi a partecipare, ma hanno comunicato l’intenzione di collaborare col Gruppo:
Martina Camarda – Decrescita f. e Padova2020, Titta Fazio – medico Isde – Arzignano (Vicenza), Vincenzo Cordiano – medico Isde – Vicenza, Laura Rossi – No inceneritore di Schio (Vicenza), Valerio Beccegato – P.Comunista d’Italia – Padova, Paolo Stevanato – VeneziAmbiente e Ecoistituto – Mestre, Gianni Tamino – biologo Padova, Michele Solbiati – Onda Veneta – Montebelluna (Treviso, Elisa Marini – No biomasse Piazzola sul Br. (Padova, Elvio Gatto – medico – Altivole (Treviso)
Circa altri 20 hanno chiesto esplicitamente di essere tenuti al corrente dei lavori.
Per questa volta scriviamo anche a molti altri, ma ripetiamo l’invito: chi vuole restare in contatto col Gruppo di lavoro risponda a questa mail, scrivendo nome e cognome e città di residenza ed eventualmente, interessi specifici e associazione di appartenenza (se c’è).
Il Gruppo di lavoro Rifiuti Veneto è aperto a tutt* coloro che si impegnano per la riduzione massima dei rifiuti (prevenzione, riuso ecc.) e il riciclo totale delle materie seconde, escludendo qualsiasi tipo di loro combustione, sia negli inceneritori “ufficiali” di rif.urbani (ora attivi in Veneto a Padova e Schio VI, fermo a Verona-Cà del Bue), di rif.speciali (in aziende), che negli inceneritori “mascherati” da cementifici (Pederobba TV, che brucia moltissimi pneumatici, Monselice PD, Ponte nelle Alpi BL e Fumane VR – forse non più attivi), e centrali termoelettriche grandi (Fusina VE, mentre P.Tolle è chiusa) e “piccole”, cioè sotto i 1000 Kw (a cosiddette biomasse).
A Pederobba agisce l’associazione Arianova, a Monselice Lasciateci respirare, a Ponte l’amministraz.comunale con l’assessore Orzès, a Fumane il comitato Fumane futura contro la Cementi Rossi, a Padova si sono succeduti vari comitati: fino al 2010 (per impedire, invano, la terza linea dell’inceneritore di S.Lazzaro) il Comitato ATS Azione Territorio Salute, di cui faceva parte Claudio Bedin, poi il Padova NordEst con l’Osservatorio sull’inceneritore, di cui ha fatto parte anche Paolo Zanovello ed Ester Giusto, ora c’è un gruppo rifiuti prov. del M5Stelle di cui fa parte Nicola Longo; a Mestre agisce l’Ecoistituto con Michele Boato e Paolo Stevanato e un gruppo del M5S con Giancarlo Cecchinato, a Schio c’è un comitato con Laura Rossi, anche col sostegno dei medici Isde Fazio e Cordiano; a Verona ci sono state molte mobilitazioni contro la riapertura di Cà del Bue, ma i contatti che avevamo ora sono labili.
Per tutti i siti, servono sia i dati delle emissioni all’aria che quelli delle malattie correlate all’incenerimento (epidemiologia): per Fusina si attivano Michele e Giancarlo; per Padova Claudio e Paolo; per Schio chiediamo (intanto) a Laura e a Titta; per Pederobba chiediamo a Daniela; per Monselice si incarica Nicola.
Spartaco si incarica di aprire il sito www.forumrifiutizeroveneto.it per archiviare e rendere disponibili a tutti i materiali che riteniamo utili, sia sui singoli siti, che sui problemi dei rifiuti in generale.
Imparando dall’esperienza di Taranto, pensiamo, con Paolo Z. e Michele, di verificare la presenza di tumori sul territorio attraverso i dati Usl, anche con l’aiuto del biologo Tamino e dell’oncologa Gentilini.
Per Padova si propone di cominciare chiedendo di far chiudere la prima linea dell’inceneritore.
Si parla da molti anni di un’indagine epidemiologica, ma i dati non sono mai usciti. Paolo ha scritto una bozza di una lettera per i giornali sul tema inceneritore; va girata, corretta e sottoscritta..
Spartaco ricorda che, per far diminuire i cementifici, è importante proporre il riciclo del materiale edile e, in generale, il riciclo del materiale invece del recupero energetico.
Giancarlo riferisce che c’è una norma che prevede l’esenzione dalle tasse sui rifiuti dei commercianti che non li producono.
Michele si incarica di sintetizzare i dati del 2014 della produzione pro capite e della raccolta differenziata dei rifiuti, per mettere in evidenza che le peggiori sono le città come Padova, Verona e Venezia, dove si punta all’incenerimento.
Prossimo appuntamento venerdì 6 novembre, ore 17, stessa sede.
a cura di Michele Boato